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dicembre 2005 - Grande attesa,
si scriveva sabato scorso sul sito
della FISG.
Già grandi attese e, ancora
una volta, grande delusione. |
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Prima nello short program Carolina
Kostner (foto reuters), come spesso
le capita, non è riuscita a
gestire al meglio la gara e, complice
un libero non certo esaltante (dietro anche
alla svizzera Sarah Meier), ha chiuso solo
sesta in classifica generale.
La vittoria è andata
alla giapponesima Yukari
Nakano, seconda Fumie
Suguri e terza l'ucraina
Elena Liashenko.
Troppi
errori nel programma libero dell'azzurra
che ha esordito con una combinazione triplo
Flip/doppio Toeloop non eseguita al meglio.
Forse l'emozione, forse demoralizzata, Carolina
ha sbagliato quindi il Lutz
(solo semplice), non ha brilla sul triplo
Loop e sul doppio Axel, ha rischiato
di cadere sul primo triplo Salchow,
doppiando il secondo tentativo. Il suo punteggio
negli elementi tecnici raggiungeva solo 35.42
(contro i 52.20 della giapponese Suguri).
Ma anche nei components (51.36) l'azzurra
deveva arrendersi alla Suguri (53.68), alla
Nakano (53.04), alla Ando (53.68), alla Meissner
(51.76) e alla Liashenko (51.68).
Errori
a parte, ciò che preoccupa oggi è
la scarsa capacità di affrontare
determinate situazioni. Potremmo
quasi paragonare la Kostner
al canadese Sandhu (posto
che, a mio modesto avviso Emanuel è
sicuramente superiore come talento all'azzurra),
grandi potenzialità e grande
incostanza.
Forse,
e dico forse, su questa ragazza si
sta puntando troppo. Una medaglia
è come un rondine, non fa primavera.
E, in definitiva, se andiamo a guardare i
risultati della Kostner, bronzo moscovita
a parte (un risultato che pesa, certo) il
resto è praticamente nebbia.
L'interesse,
quasi ossessivo, dei media, la pressione
che cresce, le aspettative esagerate,
la scelta di regalarle il grande onore (ed
onere) di portare il tricolore durante la
cerimonia di apertura dei giochi, le polemiche
velenose che ne sono seguite, tutto,
ma proprio tutto, rema contro questa ragazza.
Se
a queste considerazioni aggiungiamo il carattere
di un'atleta mai rivelatosi particolarmente
"deciso", almeno agonisticamente
parlando, la preoccupazione sale.
Ciò
che spero, per il
bene di Carolina è che
il deludente inizio di stagione, paradossalmente,
la aiuti. Sgravandola dal
peso di una responsabilità eccessiva.
In definitiva si sta parlando di una ragazza
di 18 anni. Il talento c'è,
e questo non si nega. Il
futuro è suo, se dovesse fallire a
Torino non sarebbe una tragedia!
Spero
che Carolina, accanto a sè, trovi qualcuno
di lungimirante. Qualcuno
che "le lasci le redini" e le
dica, semplicemente, "vai
e divertiti. Quello che ne verrà,
qualunque cosa sia, andrà bene, l'importante
è che tu sia serena". E,
state certi, in quel momento, arriveranno
anche i risultati.
s.m.