Dopo
lo scandalo di Salt Lake City (contestazioni
per l’esito della gara di artistico a
coppie, denunce e retroscena mafiosi per la
gara di danza) l’I.S.U. doveva cambiare
qualcosa. Un po’ per salvare la faccia,
ma soprattutto per dare nuova fiducia e credibilità
al pattinaggio di figura.
Finalmente, dopo due lunghi e faticosi anni
di progettazione e sperimentazione (iniziati
con il Congresso di Kyoto nel 2002), si è
arrivati a risultati tangibili. |
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Durante
il Congresso svoltosi dal 7 all’11 giugno
a Scheveningen (Olanda), è stato approvato,
con 43 voti a favore su 54, il nuovo sistema di
valutazione relativo alle gare di artistico, danza
e sincro. Sono state, invece, rigettate le proposte
di Australia e Russia che spingevano per un semplice
ammodernamento dello storico sistema 6.0.
Ecco,
in sostanza, come si valuterà un esercizio
a partire dalla prossima stagione (chi segue il
pattinaggio di figura noterà che tale metodo
è già stato utilizzato nelle recenti
competizioni internazionali, n.d.r.).
Del
sistema precedente rimarranno:
la
distinzione tra aspetto tecnico (salti, trottole,
sequenze di passi) e aspetto artistico (qualità
del pattinaggio, copertura del ghiaccio, armonia
nella costruzione della coreografia, interpretazione)
le
regole relative alla costruzione del programma,
sia corto che free. Nel programma libero maschile,
per esempio, non si potranno inserire più
di otto elementi di salto, quattro trottole e due
sequenze di passi.
Ciò
che cambierà radicalmente sarà proprio
il modo di valutazione in sé. I giudici non
saranno più “ossessionati” dal
dover “piazzare” l’atleta in un
determinato posto della classifica, ma potranno
concentrarsi sul valutare l’effettiva validità
e qualità del pattinaggio. Ogni singolo aspetto
della performance, dai salti ai passi, dalla coreografia
all’interpretazione, avrà una valutazione
a sé stante.
Nello
specifico del merito tecnico, per esempio, ogni
singolo elemento avrà un determinato coefficiente
dato in base alla difficoltà. Durante la
gara toccherà a un tecnico, coadiuvato da
due assistenti, determinare quale elemento è
stato eseguito dal concorrente, mentre ai giudici
spetterà decidere come tale elemento è
stato eseguito. Prendiamo il caso del triplo Axel:
avremo un coefficiente di base di 7.5 e una scala
di esecuzione da –3 a +3 che definirà
come il salto è stato eseguito, andandosi
a sommare o sottrarre al punteggio base.
Cambierà
il numero di giudici. Dovranno essere 12 per le
gare internazionali (numero che, per determinate
competizioni, potrà comunque essere ridotto).
Tra loro verranno scelti “random” 9
giudizi. Il punteggio più alto e quello più
basso verranno scartati, in tal modo il risultato
sarà determinato dalle valutazioni di 7 giudici
solamente. Sarà ovviamente impossibile per
il pubblico determinare quale giudice ha assegnato
un determinato punteggio. E’ comunque previsto
un sistema per verificare eccessivi scostamenti
dalla media.
Cambierà,
infine la scala di valutazione. Addio al 6.0, benvenuto
a al 10.0.
Di
questo sarà contenta soprattutto Michelle
Kwan, l’ultima ad aggiudicarsi un 6.0 in una
competizione I.S.U. Eravamo ai mondiali di Dortmund,
marzo 2004. Allora non lo sapevamo, ma quelli erano
gli ultimi giorni della “prima era”
del pattinaggio di figura.
Nausica
Guanetti