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febbraio 2006 - " Ci è
mancata la competizione. Abbiamo fatto spettacoli,
girato il mondo, Barbara ha insegnato, io
ho fatto parte della Commissione Tecnica nazionale
e sono diventato technical specialist, siamo
stati parte dell'organizzazione di Torino
2006. |
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Sono
state esperienza importanti che ci hanno permesso
di vedere il pattinaggio da nuovi punti di osservazione.
Ma l'adrenalina e la voglia di fare una gara hanno
covato sotto le braci e prima o poi dovevano esplodere".
Così,
lo scorso settembre, Maurizio Margaglio
annunciava al mondo il ritorno all'attività
agonistica. Accanto a lui, raggiante, Barbara
Fusar Poli che, con la schiettezza che
la contraddistingue, non esitava ad affermare "ho
visto che mancavamo. Noi mancavamo a questo sport".
Un peccato di presunzione?
No, una sacrosanta verità.
Che la danza sul ghiaccio in questi ultimi
anni, vuoi in seguito a ritiri eccellenti,
vuoi a fronte di un nuovo regolamento che privilegia
la tecnica all'interpretazione e alla spettacolarità,
fosse scesa di livello ero qualcosa
di evidente per tutti. Coppie con poco carisma,
norme così ferree da stroncare ogni tentativo
di originalità hanno avvilito uno sport che,
in precedenza, ha sempre saputo entusiasmare il
pubblico.
Il ritorno alle gare
della coppia azzurra non può che dare una
scossa, regalare quel pizzico di carattere che mancava.
Ma, e ribadiamo ma, è davvero il caso di
esultare? E' davvero così scontata
la loro vittoria? Proviamo ad analizzare
la situazione.
Tra le note
positive dobbiamo annoverare il talento
(innegabile della coppia), le notevoli capacità
tecniche di Barbara, la grande
presenza sul ghiaccio di Maurizio. Di buon
auspicio è senza dubbio l'eccellente
bronzo conquistato ai recenti Europei
di Lione da un'altra coppia della vecchia
guardia: i lutuani Maragarita Dobriazko
e Povilas Vanagas, altro gradito rientro
di questa stagione olimpica. E poi non dobbiamo
sottovalutare il fatto che Barbara e Maurizio giochino
in casa.
Ma, purtroppo, ci
sono anche le note dolenti. Ai
campionati nazionali di Sesto San Giovanni
(prima e unica uscita in gara della coppia)
i due azzurri sono apparsi sottotono.
Certamente in quell'occasione ha influito lo scarso
stato di forma di Maurizio, sofferente per un'infiammazione
muscolare, fatto sta che nel programma libero la
coppia aveva ottenuto un punteggio di soli 30 centesimi
superiore a quanto totalizzato dai più giovani
Federica Faiella e Massimo Scali (settimi
nella recente rassegna continentale). Se a questo
aggiungiamo il totale digiuno di confronti
internazionali e il nutrito pool
di concorrenti, tutti atleti appartenenti
a Federazioni notevolmente più influenti
della nostra (parliamo dei russi Navka/Kostomarov,
degli ucraini Grushina/Goncharov e degli statunitensi
Belbin/Agosto) iniziamo a intravedere qualche difficoltà
sulla via della medaglia d'oro.
"A Salt
Lake arrivavamo da campioni del mondo, eravamo andati
per vincere. Essere arrivati soltanto terzi è
stato un duro colpo" ha dichiarato
più volte Maurizio.
Questa volta la
coppia parte da outsider. E, si sa, al
fato le sorprese sono sempre piaciute...