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SPECIALE TORINO 2006

» Torino 2006: Karel Zelenka intervistato da Datasport

8 febbraio 2006 - Karel Zelenka (nella foto) si presenta all'Olimpiade con un sogno: "Voglio pattinare bene e dimostrare tutto quello che so fare".
 

Il pattinatore italiano - è nato in Repubblica Ceca ma vive in Italia fin da quando era bambino - è molto lontano dal livello dei campionissimi russi e non sarà un medagliato del pattinaggio artistico. Ma l`ambizione non manca: "Come risultato, non lo so, non voglio fare previsioni, ma mi piacerebbe fare qualcosa come ai Mondiali dell`anno scorso - spiega a Datasport ricordando il 20.o posto di Mosca 2005 - Poi, se andasse ancora meglio, sarebbe fantastico. Ma fare una prestazione come ai Mondiali non sarebbe male, in un`Olimpiade".

Come ci si sente a una settimana dai Giochi? "Mi sento molto bene, mi sto preparando. Un po' di emozione c'è, però in positivo. Mi sto caricando".

Ai Campionati europei di gennaio Zelenka si è classificato 19.o dopo aver saltato l`edizione del 2005: "E' stata una bella esperienza, ho pattinato bene e sono contento di come ho fatto la gara. Come salti sono andato meglio ancora rispetto agli Assoluti, quindi sono soddisfatto"

Il campionato continentale dello scorso anno si era svolto proprio a Torino. Può fare la differenza il non aver potuto saggiare la pista allora, a differenza di altri partecipanti? "Non credo che dovrebbe contare tanto, perche` comunque ho provato la pista e il ghiaccio gia` all`inizio di questa stagione. E sono abituato anche a pattinare su palazzi differenti, quindi non dovrebbe essere un problema".

Da distaccati, può essere più semplice fare un pronostico sulle medaglie degli altri, ma Zelenka non si sbilancia: "Penso che sicuramente potrebbe vincerne una Plushenko, però non so, lì diventa difficile pensare agli altri e a cosa possono fare. Per quanto riguarda le altre discipline non mi sento di fare previsioni, perchè davvero, in gara può succedere di tutto, quindi dipende".

Karel Zelenka si allena con il padre, omonimo. Come èessere guidati da un parente? "Diciamo che e` un vantaggio ma ha anche punti meno favorevoli - conclude Karel jr - Non è sempre facile, comunque c'è di sicuro una garanzia. Posso fidarmi, è mio padre, magari non avrei la stessa sicurezza da altre parti. Mio padre mi conosce da una vita, e questo è il vantaggio. Poi non è facile che abbia il doppio ruolo anche di padre. E' più severo come allenatore, che come papà, però insomma...".

 

fonte: www.datasport.it

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