La presenza
di due siti web specializzati
nel pattinaggio di figura (“artonice”
con news ed approfondimenti, “icewire”
impostato come forum, agorà degli
appassionati di questo sport al confine
con l’arte) non fa che
|
|
|
accentuare l’aspetto
multimediale del boom post-olimpico del
pattinaggio di figura in Italia, un colosso
“mediatico” dai piedi di argilla. In fondo
Torino 2006 ha lasciato tra le diverse eredità
la sfida: quei piedi di argilla verranno
sostituiti con basi solide (impianti)?
Da popolo di tele-pattinatori
artistici a popolo di consumatori di pattinaggio
artistico.
Uno sport può essere consumato in modo indiretto
(da spettatori, telespettatori, lettori di riviste
e navigatori di siti del settore) e/o in modo diretto:
praticandolo per carriera o per diporto.
Nel secondo caso sono necessari luoghi di
pratica adeguati, perché il gusto
medio dei consumatori di impianti sportivi anche
in Italia continua a crescere. Per una pista ghiaccio
significa essere coperta, il più possibile
permanente, accessoriata e corredata di servizi
confortevoli.
Gli uffici della Federazione Italiana Sport del
Ghiaccio (Fisg), di alcune amministrazioni locali
ed il sito www.icewire.it hanno registrato nel
dopo Torino 2006 una domanda di consumo
diretto di pattinaggio di figura.
Le reazioni.
Sito web. Si registra un fermento
di progetti indirizzati in buona parte
(e non potrebbe essere altrimenti) a soddisfare
la domanda di consumo indiretto (una rivista, un
sito web, l’organizzazione di viaggi turistici legati
agli eventi, una rete di informazione a livello
continentale …).
Fisg. I vertici federali hanno
preso atto della domanda di consumo diretto di pattinaggio
di figura e, chiarito che ormai da diversi anni
le federazioni sportive nazionali in genere non
hanno più capacità di spesa in conto
capitali (impiantistica), hanno messo sul tavolo
un dato, un numero, intorno al quale i soggetti
pubblico e/o privato possono ragionare
nell’elaborare la realizzazione di una struttura:
una pista ghiaccio omologabile m. 30 x m. 60 costa
di gestione circa 800 euro al giorno.
Svolgiamo insieme alcuni calcoli:
Costo di gestione
giornaliero pista ghiaccio m. 30 x m. 60 (in
euro) |
800,00 |
IPOTESI A: giorni
di apertura pista (15-9-anno x / 15-4-anno x+1) |
212 |
Costo di gestione
del periodo pista ghiaccio |
169.600,00 |
Prezzo di ingresso
unitario in euro |
6,00 |
Numero delle
frequenze nel periodo necessario per raggiungere
l’equilibrio fra costi e ricavi (169.600 : 6)
= |
28.267 |
E
ancora:
Costo di gestione
giornaliero pista ghiaccio m. 30 x m. 60 (in
euro) |
800,00 |
IPOTESI B: giorni
di apertura pista (1-7-anno x / 30-6-anno x+1) |
365 |
* Costo di gestione
del periodo pista ghiaccio |
292.000,00 |
Prezzo di ingresso
unitario in euro |
6,00 |
Numero delle
frequenze nel periodo necessario per raggiungere
l’equilibrio fra costi e ricavi (292.000 : 6)
= |
48.667 |
Note:
A) nei prospetti di cui sopra non
si è tenuto conto di altri possibili proventi
di gestione (es. ricavi cessione spazi
pubblicitari su balaustra);
B) per “numero frequenze
nel periodo” si intendono gli ingressi complessivi,
indipendentemente dal numero dei consumatori (in
astratto possiamo passare nell’ipotesi A da 28.267
frequentatori che visitano per 1 volta a testa la
pista nel periodo considerato, a circa 133 frequentatori
che visitano per tutti i 212 giorni la pista);
C) non c’è dubbio che insieme
con i numeri il bacino di potenziali utenti di una
pista ghiaccio va individuato tenendo conto anche
di altri parametri di varia natura sul territorio
(localizzazione del sito, tessuto sociale, possibili
flussi in entrata da aree limitrofe prive di questa
tipologia di impianti, …. Questo ultimo parametro
per esempio lo stiamo prendendo in seria considerazione
nel progetto che stiamo elaborando con la
Municipalità in Biella, in quanto
alla popolazione del distretto (188.197 abitanti
al 31-12-2004) si aggiunge una potenziale domanda
proveniente da zone confinanti.
Conclusioni
Una economia reale, intesa come una economia
caratterizzata dalla produzione e dalla
scambio di beni (accessori e componenti mobili pista,
pattini, dotazioni tecniche, capi di vestiario…)
può svilupparsi intorno al pattinaggio di
figura in Italia, richiamando l’interesse
dell’editoria (riviste) e di potenziali partner
commerciali in particolare quelli contigui al settore
come avviene all’estero (industria della conservazione
di alimenti, delle bevande calde, della cosmesi,
del design, del lusso…), a patto che vi
sia una crescita equilibrata e diffusa sul territorio
del numero degli impianti.
In caso contrario il pattinaggio di figura
in Italia è destinato a rimanere una delle
tante anomalie nel panorama sportivo nazionale,
una sorta di prodotto multimediale di importazione
(al pari del cinema hollywoodiano o di quello d’Essai
francese), in cui soltanto le aziende della comunicazione/telecomunicazione
avranno interesse ad investire.
a
cura di Carlo Guglielminotti Bianco