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SPECIALE CALGARY 2006

» Mondiali Calgary 2006: libero uomini, scontro tra titani

24 marzo 2006 - Chi si aspettava il solito mondiale post olimpico, senza grandi emozioni e un po’ fiacco, ha sicuramente ancor più gustato la gara maschile, che si è rivelata

 

combattuta, mai scontata, con prestazioni notevoli per grinta e contenuto tecnico.

Il libero è stato aperto da un Griazev determinato a dimostrare di essere ancora un pattinatore di buon livello, dopo i disastri dei giorni precedenti che lo avevano relegato al 21.o posto; con un buon programma mantiene la testa delle gara fino alla discesa in pista del francese Préaubert, e recuperando alla fine 4 posizioni. Il giovane Alban, sceso sul ghiaccio un po’ teso, dopo il deludente 15.o posto dello short, ha sfoderato una bella grinta, pattinando con energia, dinamismo e ottimi elementi tecnici, ottenendo il suo personal best e facendo il sesto libero della serata. Felicissimo al termine, si porta a casa un bel mondiale con una ottava posizione complessiva, subito alle spalle di Buttle e Weir.

Anche nei primi gruppi si sono visti programmi consistenti tecnicamente, con pattinatori in grado di eseguire salti quadrupli, come il cinese Min Zhang, 15.o, che dopo un inizio di ottimo livello è andato in calando, molto stanco al termine. Qualche rimpianto per Shawn Sawyer, una delle promesse del pattinaggio canadese, che non è riuscito a gestire al meglio la tensione del suo primo mondiale, oltretutto davanti al numeroso pubblico di casa (per lui 17.o libero e 21 posizione finale).

Ma la gara è decollata con gli ultimi due gruppi. Inizia il bielorusso Davydov, che esegue un libero tecnicamente valido ma piuttosto prudente, confermandosi in 12.a posizione. L’americano Savoie pattina con una bella interpretazione la sua musica, ma non riesce a mantenere la concentrazione sugli elementi tecnici, con diversi errori. Delude il cinese Chengliang Li, che inizia benissimo con uno splendido 4 toeloop-3 toeloop, ma perde poi ritmo e concentrazione. Ilia Klimkin, sulle cui spalle gravano i destini della Russia, orfana di Plushenko e con un Griazev sotto tono e mai in gara, riesce a mantenersi saldo, eseguendo un programma dignitoso, di buon livello tecnico e artistico, anche se non ha mostrato l’originalità dei vecchi tempi (10.o posto finale). Tomas Verner, sempre molto espressivo, inizia bene, con un 4 toeloop-3 toeloop dopo aver mancato l’axel (semplice), ma dopo la metà del programma si perde, cade sul triplo axel, e sui passi, perdendo alla fine 3 posizioni rispetto al corto.

La prima sorpresa della serata arriva con l’americano Evan Lysacek, sul cui stato di forma si potevano nutrire dubbi dopo il corto e soprattutto dopo una gran caduta sul quadruplo toeloop durante il riscaldamento; invece Evan, sfoderando una grinta e un coraggio esemplari, ritenta ed esegue il quadruplo, in combinazione, e pattina alla grande il resto del programma. Bellissimo alla fine il suo libero, energico, veloce, ricco di passi e transizioni, che gli permette di risollevarsi dalla precedente 7.a posizione per prendere il comando, fino ad allora saldamente nelle mani di Préaubert.

Apre l’ultimo gruppo il giovane giapponese Nobunari Oda
, rivelazione di questi campionati, i primi per lui; pattinando su una musica giapponese, forse per l’emozione, tocca con la mano sul triplo axel, ma subito si riprende confezionando un buon libero, il 5.o della serata. Ancora acerba la sua interpretazione, rimane alla fine fuori dal podio (4.o) ma le sue grandi capacità tecniche e il carattere lo propongono come una grande speranza già dal prossimo anno.

Joubert è venuto deciso a far dimenticare la stagione incolore e la delusione olimpica; è carico, determinato; finalmente con un bel programma, il vecchio Matrix, sembra tornato finalmente il Brian di due anni fa. Sicuri i suoi salti, esegue benissimo due quadrupli, uno in combinazione, gestisce con intelligenza la gara regalando anche una bella interpretazione. Verso la fine, ormai sicuro della riuscita, si allarga in un sorriso, affronta la sequenza di passi con velocità e ritmo: alla fine solo Lambiel sarà capace di batterlo, un secondo posto meritatissimo, con in più la soddisfazione del punteggio tecnico più alto (79.99).

Grandi attesi i due canadesi. Buttle appare teso e infatti sbaglia molto; bella la sua pattinata, bene interpretata la musica, ma non basta, solo 7.o il suo libero. Evidentemente l’aria di casa non lo ha avvantaggiato. Il pubblico ha però modo di consolarsi con Sandhu, reduce da un bellissimo short program; Emanuel esegue con la classe ed originalità che lo contraddistinguono il suo programma, padroneggia anche gli elementi tecnici, finendo tra gli applausi del pubblico e molto soddisfatto. Niente podio per lui, ma un ottimo 5.o posto, il migliore tra i canadesi.
Johnny Weir, pur pattinando con la consueta eleganza e morbidezza, non riesce a fornire una prestazione all’altezza della serata; solo 8.o il suo libero per un settimo posto finale che lo lascia piuttosto deluso e scuro in viso.

Lambiel scende in pista per ultimo, ma non sembra risentirne: riesce benissimo il triplo axel iniziale, ottimi i due quadrupli e i tripli che inanella (solo un piccolo inciampo all’arrivo del ritt), belle le trottole e i passi, interpretazione musicale e artistica da par suo, ritmo e fluidità. Non c’è bisogno di attendere i punteggi, il pubblico già saluta il riconfermato felicissimo campione del mondo.

a cura di laura bonaccorti

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