12
aprile 2005 - Dopo l'intervista
chock rilasciata da Elena
Chaikovskaia, ecco un altro "grido
di dolore" che si eleva dal dorato
(?) mondo del pattinaggio di figura.
E così, dopo la Federazione russa,
questa volta tocca alla Federazione
francese guadagnarsi il ruolo di
protagonista al negativo.
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Della
serie l'erba del vicino non è poi così
verde...
La
parte lesa? Stanick Jeanette. Ecco
lo stato d'animo del francese palesato da questa
breve intervista.
Domanda:
l'anno scorso hai dichiarato che eri disgustato
dalla stagione che avevi disputato. Cosa dici di
quest'anno?
Stanick: cerco di dimenticarla. Durante
questa stagione ho cercato di fare molte cose, e
le ho lasciate tutte a metà. Non c'è
stato nulla che abbia realmente funzionato. Anche
la società di produzione che ho fondato,
la Audan Production (ha prodotto
lo spettacolo "Les légendes du patinage"
n.d.r., nella foto sotto la locandina), non naviga
in acque tranquille. Credo di aver bisogno di un
periodo di riflessione, per capire in che direzione
muovermi in futuro.
Domanda:
come hai vissuto l'esclusione sia dagli
Europei che dai Mondiali?
Stanick: per gli Europei niente
da dire, dovevo arrivare nei primi tre ai nazionali
e non l'ho fatto. Samuel Contesti, di contro, ha
pattinato molto bene ai nazionali e si è
meritato di partecipare agli Europei di Torino.
Sui Mondiali il discorso cambia. La Federazione
mi aveva detto che ci sarei andato io, poi, al'ultimo,
hanno cambiato idea, hanno preferito mandare Samuel.
Dal punto di vista "politico-sportivo"
è stato un suicidio. Anche se avesse pattinato
bene. A un anno dai Giochi Olimpici devi cercare
di "servirti" dei migliori pattinatori
selezionabili. Loro non l'hanno fatto. Credo che
questo voglia dire molti, è molto significativo...
Ora tocca a me fare una giusta analisi.
Domanda:
taluni pattinatori cambiano nazionalistà
per ovviare a certi problemi. Ci hai mai pensato?
Stanick: sì, circa quattro
anni fa. Ma poi non l'ho fatto perchè in
definitiva la mia carriera è iniziata qui,
in Francia. Sono francese, amo il mio Paese e, sportivamente
parlando, la concorrenza non è un male, anzi
è uno stimolo in più. Anche io ho
commesso degli errori quest'anno. Ho voluto seguire
troppe cose. Ho iniziato ad allenarmi sul serio
solo dopo i nazionali, ai Mondiali credo avrei potuto
fare bene, anche i quadrupli funzionavano...
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Domanda:
pensi di pattinare ancora l'anno prossimo
o di passare a professionista?
Stanick: non ci penso ancora,
non so ancora bene cosa vogio fare la prossima
stagione. Ora finisco gli show che ho in programma,
poi parto per le vacanze. Al mio ritorno deciderò
il da farsi. |
Domanda:
torniamo al tuo show, "Les
légendes du patinage".
Come ti è venuta l'idea?
Stannick: è nata dalla voglia
dei pattinatori di fare qualcosa in più durante
gli show, un po' come accadeva in passato. Non solo
esibizioni, ma anche parti montate insieme, insomma
con del lavoro sotto. Io mi sono lanciato per primo
in questo progetto. Abbiamo fatto sei date, poi
ci sono stati dei problemi di produzione (qualcuno
ci ha giocato un brutto scherzo) e così le
altre 15 date in programma sono saltate. Peccato
perhcè l'inizio è stato ottimo.
n.g.