PERCHÉ
POTREBBE VINCERE?
Lambiel è la trasposizione del lirismo
letterario sul ghiaccio, lui e la giapponese
Fumie Suguri sono i pattinatori più lirici
che si siano visti sul ghiaccio; Lambiel è
poesia pura, dotato di espressività,
di straordinario senso musicale,
eccellente interprete; l’unico
punto debole sembrerebbe una
non grande consistenza nei salti,
in particolare il triplo axel,
è divenuto campione del mondo mancandolo
nel libero, emule dell’indimenticabile connazionale
Denise Bielmann è il signore delle
trottole.
Lambiel è un esempio di quei corsi e ricorsi
storici di cui sono ricchi i destini degli uomini:
la Svizzera nella specialità uomini vantava
un solo precedente oro mondiale firmato Hans
Gerschwiler, oro a Stoccolma 1947, lo
zio di Hans Gerschwiler, Jack Gerschwiler
è uno dei massimi teorici del pattinaggio
moderno, tra i suoi allievi Jack Gerschwiler ebbe
anche Peter Grutter, oggi allenatore
di Lambiel. Jack giocava d’azzardo e a Ginevra
ha vissuto per decenni in una stanza di Hotel.
Pochi anni fa, anziano e malato, con solo una
pensione per meriti sportivi, venne ricoverato
in un ospizio. Grutter di frequente, per amicizia
e gratitudine, spingeva la sua sedia a rotelle
nel parco adiacente l’ospizio. Gerschwiler un
giorno confidò a Grutter: “morirò
troppo presto e con un rimpianto. Non farò
in tempo a vedere un pattinatore svizzero eseguire
un salto quadruplo”. Lambiel proprio in quei
giorni stava finalmente provando il quadruplo
toe-loop in modo consistente. Fu così che
Grutter, una mattina trascinò la sedia
a rotelle fino alla pista dove Stephane si stava
allenando. Jack vide Lambiel eseguire
un perfetto quadruplo toeloop. E un
paio di giorni dopo morì, in pace.
Agli ultimi mondiali Lambiel ha centrato due quadrupli
toe-loop, e sembra ormai possederli in modo consistente.
Una parte di quello che è oggi Lambiel
al povero Jack spetta di diritto come un po’ di
merito spetta alla mamma Fernanda, portoghese
di nascita, svizzera-francese d’ adozione. Fernanda
svegliava Lambiel alle quattro del mattino, lo
infilava in macchina, gli metteva addosso una
coperta di lana e lo faceva riaddormentare, a
Morges a una mezz’ora dall’ arrivo, lo chiamava
per la colazione: un panino, due biscotti e una
tazza di the; tutti i giorni così dalla
casa di Saxon, nel canton Vallese, alla pista
di Ginevra: novanta minuti ad andare,
altrettanti a tornare. Quella schiavitù
è durata anni, ma i sacrifici prima e poi
vengono ripagati e così è stato,
Lambiel al Luzhniki di Mosca
nel marzo del 2005 è diventato
campione del mondo ed ha spezzato
un’ egemonia russa che tra Alexei Yagudin ed Evgeny
Plushenko, durava da sette anni.
Lambiel sì è allenato per un certo
tempo con Aleksei Mishin, l’allenatore
di Plushenko. La carriera di Lambiel è
stata interrotta da due interventi chirurgici:
menisco destro nel 2002 e menisco
sinistro nel 2004. L’idolo di Lambiel
è Ilia Kulik, campione
olimpico nel 1998. Il libero per le Olimpiadi
è “una storia” , una storia simbolica,
una suggestione scaturita dall’ascolto delle Quattro
Stagioni di Vivaldi: ………una fuga ed un
ritorno, Lambiel interpreta una
zebra che arriva in terre fredde e che non sentendosi
a suo agio, ovvero sentendosi respinta, si trasforma
in un pappagallo per volare verso posti più
accoglienti e caldi ed è per questo che
il suo costume è bianco
e nero nella parte inferiore e arancione e blue
nella parte superiore per rappresentare le ali
del pappagallo ed in una trottola Lambiel rappresenta
la fase della trasformazione in cui le zampe della
zebra si trasformano nelle due magnifiche ali
multicolore del pappagallo, magnifica sintesi
di gesto atletico ed interpretativo, ricorderebbe
John Curry nell’ “apres midi d’un faune”,
ma Lambiel è molto più esuberante
di John Curry.
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Un
programma libero su una musica certo troppo sfruttata
ma il risultato complessivo è qualcosa
di così particolare che la musica sembra
non essere mai stata usata. Ha in se la sicurezza
di chi sta scrivendo pagine nella storia
del ghiaccio, e così è.
C' è qualcosa in Stephan che è prerogativa
di pochi, solo dei più grandi: è
la capacità di comunicare,
di trasmettere e questo lo rende un atleta di
livello assoluto. Tecnicamente durante l'estate
ha lavorato molto sulla preparazione fisica per
stabilizzare maggiormente i salti. Qualora l’unicità
delle sue incredibili trottole, espressività,
interpretazione, energia, fantasia, originalità,
sensibilità, passione fosse accompagnata
dalla precisa esecuzione dei salti di cui è
capace, Stephane potrebbe essere d’oro
a Torino.
Le sue prime uscite stagionali: Lancia Ice, Cup
of China e Cup of Russia, finale del Gran Prix,
Campionati Europei di Lione, nonostante qualche
difficoltà sui salti hanno presentato un
fortissimo Lambiel in continua crescita in fase
di preparazione olimpica. Alla coppa di
Cina si è classificato secondo
dietro il canadese Emanuel Sandhu, tre
settimane più tardi è finito secondo
dietro Plushenko alla Coppa di Russia
a San Pietroburgo, dove ha realizzato il suo punteggio
migliore ( 225.55 ) – poi superato agli Europei
di Lione con un 228.87 - , ma con un distacco
dietro Plushenko di ben 16 punti, un
gap che anche agli Europei sembra insormontabile;
alla finale del Gran Prix a Tokyo, assente Plushenko,
ha vinto nonostante una caduta nel triplo axel
nel libero, questi iniziali successi stagionali
lo candidano ad una medaglia Olimpica, la prima
dopo un lungo digiuno per la Svizzera che dura
dal 1948 quando Hans Gerschwiler vinse una medaglia
di argento alle Olimpiadi di St. Moritz.
HANNO
DETTO DI LUI: “ Tel le Petit Prince,
il est un beau jour entré dans nos vies
avec toute sa candeur et sa spontanéité…il
nous a fait découvrir la magie du patinage
artistique, délicat mélange de grâce
et de force, de talent et de travail, de passion
et de précision, où tout peut basculer
à chaque instant. ”
Armonia,
eleganza, regalità, un vero principe…..
Un suo allenatore dichiarò che non si è
mai stanchi di allenare Stephan perché
la sua energia e la sua passione trascinano gli
stessi allenatori!
Tra
i fan di Lambiel c’è il
tennista Roger Federer, Lambiel
era uno spettatore di Federer alle Olimpiadi di
Atene del 2004, chissà se Roger lo sarà
di Lambiel alle Olimpiadi di Torino 2006.
POTREBBE
RIPETERSI!
Nella sezione
video il libero dei Mondiali di Mosca
2005.
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