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>> ROAD To TURIN 2006


Stephane Lambiel
Svizzera


Date of birth: 02.04.1985
Place of birth: Martigny
Height: cm 176
Home town: Lausanne
Profession: Student - Se consacre actuellement uniquement au patinage
Hobbies:
cinema, music, dance… les coccinelles, le rouge
Start sk. / Club: 1992 / Club des Patineurs de Genève
Coach: Peter Grütter, Cedric Monod
Choreographer:
Salome Brunner
Former coach: -
Practice low season: 28 h / week at Oberstdorf GER
Practice high season: 30 h / week at Geneva and Lausanne SUI

Music Short Program as of 2005/2006 season
"Malaguena" (sound track "Once upon a time in Mexico")

Music Free Skating / Free Dance as of 2005/2006 season
Four Season - Vivaldi


PERCHÉ POTREBBE VINCERE?


Lambiel è la trasposizione del lirismo letterario sul ghiaccio, lui e la giapponese Fumie Suguri sono i pattinatori più lirici che si siano visti sul ghiaccio; Lambiel è poesia pura, dotato di espressività, di straordinario senso musicale, eccellente interprete; l’unico punto debole sembrerebbe una non grande consistenza nei salti, in particolare il triplo axel, è divenuto campione del mondo mancandolo nel libero, emule dell’indimenticabile connazionale Denise Bielmann è il signore delle trottole.
Lambiel è un esempio di quei corsi e ricorsi storici di cui sono ricchi i destini degli uomini: la Svizzera nella specialità uomini vantava un solo precedente oro mondiale firmato Hans Gerschwiler, oro a Stoccolma 1947, lo zio di Hans Gerschwiler, Jack Gerschwiler è uno dei massimi teorici del pattinaggio moderno, tra i suoi allievi Jack Gerschwiler ebbe anche Peter Grutter, oggi allenatore di Lambiel. Jack giocava d’azzardo e a Ginevra ha vissuto per decenni in una stanza di Hotel. Pochi anni fa, anziano e malato, con solo una pensione per meriti sportivi, venne ricoverato in un ospizio. Grutter di frequente, per amicizia e gratitudine, spingeva la sua sedia a rotelle nel parco adiacente l’ospizio. Gerschwiler un giorno confidò a Grutter: “morirò troppo presto e con un rimpianto. Non farò in tempo a vedere un pattinatore svizzero eseguire un salto quadruplo”. Lambiel proprio in quei giorni stava finalmente provando il quadruplo toe-loop in modo consistente. Fu così che Grutter, una mattina trascinò la sedia a rotelle fino alla pista dove Stephane si stava allenando. Jack vide Lambiel eseguire un perfetto quadruplo toeloop. E un paio di giorni dopo morì, in pace.
Agli ultimi mondiali Lambiel ha centrato due quadrupli toe-loop, e sembra ormai possederli in modo consistente. Una parte di quello che è oggi Lambiel al povero Jack spetta di diritto come un po’ di merito spetta alla mamma Fernanda, portoghese di nascita, svizzera-francese d’ adozione. Fernanda svegliava Lambiel alle quattro del mattino, lo infilava in macchina, gli metteva addosso una coperta di lana e lo faceva riaddormentare, a Morges a una mezz’ora dall’ arrivo, lo chiamava per la colazione: un panino, due biscotti e una tazza di the; tutti i giorni così dalla casa di Saxon, nel canton Vallese, alla pista di Ginevra: novanta minuti ad andare, altrettanti a tornare. Quella schiavitù è durata anni, ma i sacrifici prima e poi vengono ripagati e così è stato, Lambiel al Luzhniki di Mosca nel marzo del 2005 è diventato campione del mondo ed ha spezzato un’ egemonia russa che tra Alexei Yagudin ed Evgeny Plushenko, durava da sette anni.
Lambiel sì è allenato per un certo tempo con Aleksei Mishin, l’allenatore di Plushenko. La carriera di Lambiel è stata interrotta da due interventi chirurgici: menisco destro nel 2002 e menisco sinistro nel 2004. L’idolo di Lambiel è Ilia Kulik, campione olimpico nel 1998. Il libero per le Olimpiadi è “una storia” , una storia simbolica, una suggestione scaturita dall’ascolto delle Quattro Stagioni di Vivaldi: ………una fuga ed un ritorno, Lambiel interpreta una zebra che arriva in terre fredde e che non sentendosi a suo agio, ovvero sentendosi respinta, si trasforma in un pappagallo per volare verso posti più accoglienti e caldi ed è per questo che il suo costume è bianco e nero nella parte inferiore e arancione e blue nella parte superiore per rappresentare le ali del pappagallo ed in una trottola Lambiel rappresenta la fase della trasformazione in cui le zampe della zebra si trasformano nelle due magnifiche ali multicolore del pappagallo, magnifica sintesi di gesto atletico ed interpretativo, ricorderebbe John Curry nell’ “apres midi d’un faune”, ma Lambiel è molto più esuberante di John Curry.


Un programma libero su una musica certo troppo sfruttata ma il risultato complessivo è qualcosa di così particolare che la musica sembra non essere mai stata usata. Ha in se la sicurezza di chi sta scrivendo pagine nella storia del ghiaccio, e così è. C' è qualcosa in Stephan che è prerogativa di pochi, solo dei più grandi: è la capacità di comunicare, di trasmettere e questo lo rende un atleta di livello assoluto. Tecnicamente durante l'estate ha lavorato molto sulla preparazione fisica per stabilizzare maggiormente i salti. Qualora l’unicità delle sue incredibili trottole, espressività, interpretazione, energia, fantasia, originalità, sensibilità, passione fosse accompagnata dalla precisa esecuzione dei salti di cui è capace, Stephane potrebbe essere d’oro a Torino.
Le sue prime uscite stagionali: Lancia Ice, Cup of China e Cup of Russia, finale del Gran Prix, Campionati Europei di Lione, nonostante qualche difficoltà sui salti hanno presentato un fortissimo Lambiel in continua crescita in fase di preparazione olimpica. Alla coppa di Cina si è classificato secondo dietro il canadese Emanuel Sandhu, tre settimane più tardi è finito secondo dietro Plushenko alla Coppa di Russia a San Pietroburgo, dove ha realizzato il suo punteggio migliore ( 225.55 ) – poi superato agli Europei di Lione con un 228.87 - , ma con un distacco dietro Plushenko di ben 16 punti, un gap che anche agli Europei sembra insormontabile; alla finale del Gran Prix a Tokyo, assente Plushenko, ha vinto nonostante una caduta nel triplo axel nel libero, questi iniziali successi stagionali lo candidano ad una medaglia Olimpica, la prima dopo un lungo digiuno per la Svizzera che dura dal 1948 quando Hans Gerschwiler vinse una medaglia di argento alle Olimpiadi di St. Moritz.

 

HANNO DETTO DI LUI: “ Tel le Petit Prince, il est un beau jour entré dans nos vies avec toute sa candeur et sa spontanéité…il nous a fait découvrir la magie du patinage artistique, délicat mélange de grâce et de force, de talent et de travail, de passion et de précision, où tout peut basculer à chaque instant. ”

Armonia, eleganza, regalità, un vero principe…..
Un suo allenatore dichiarò che non si è mai stanchi di allenare Stephan perché la sua energia e la sua passione trascinano gli stessi allenatori!

 

Tra i fan di Lambiel c’è il tennista Roger Federer, Lambiel era uno spettatore di Federer alle Olimpiadi di Atene del 2004, chissà se Roger lo sarà di Lambiel alle Olimpiadi di Torino 2006.

 

POTREBBE RIPETERSI!
Nella sezione video il libero dei Mondiali di Mosca 2005.


 

 

 
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"Testata registrata presso il Triibunale di Milano il 26 novembre 2004, n0 827"