PERCHÉ
POTREBBE VINCERE?
Quando pattina è bella a vedersi come
una delle più raffinate ed eleganti
bambole di porcellana, fino ad oggi la capacità
di emozionare sembrava cristallizzata, ma il
libero ispirato alle musiche “Romeo and Juliet”
di Nino Rota è un concentrato di emozioni
liberate, capace di far sognare lo spettatore
per leggerezza ed intensità di esecuzione.
Ci sarebbe da rimanerne estasiati se anche l’esecuzione
tecnica fosse ineccepibile, ma nelle gare
internazionali raramente la Cohen ha presentato
liberi completamente esenti da errori
e ciò talvolta traspare nelle sue prestazioni,
sembra infatti alla perenne ricerca della
”grande prestazione tecnica”, e durante
l’esecuzione la sua tenacia-ostinazione è
tutta lì, è la stessa Cohen
ad affermare: “ In the long programs
i am very, very nervous, because i really wanted
to skate perfectly. I’m always a perfectionist
and wanting top ut out perfect performances”.
Per Torino 2006 afferma:” I
know what to expect going into it again”,
dopo l’esperienza di Salt Lake 2002 dove forte
di un quadruplo salchow poteva aspirare anche
al podio. Il livello di interpretazione artistica
si è raffinato alla corte della
Tarasova, infatti la Cohen cambiò
coaches dopo il 2002 Champions on Ice tour e si
trasferì in Connecticut per allenarsi con
Tatiana lasciando il suo allenatore di sempre
John Nicks (la Cohen iniziò a pattinare
prendendo lezioni da Yvonne Nicks, moglie
di John Nicks, uno degli allenatori che insieme
a Fassi contribuirono a riportare il pattinaggio
di figura USA sulla vetta del mondo dopo la tragedia
aerea che nel 1961 annientò l’intera squadra
americana di figura); quando anche la Arakawa
si spostò alla corte della Tarasova la
Cohen passò ad allenarsi con Robin
Wagner, allenatrice della campionessa
olimpica di Salt Lake 2002 Sarah Hughes.
Bastarono soli due mesi alla Wagner per portarla
all’argento nei campionati mondiali di
Dortmund 2004. Se non altro Robin Wagner
ebbe il merito di liberare la Cohen dalla perenne
sensazione di ricerca della perfezione: “My
sense is that Saha’s been really preoccupied with
perfection, i am going to try to free her of that.
I think if she can go out there and say: ‘Here
is my moment to share my skating and my artistry’,
she’s going to free herself of this burden of
having to be perfect. I think perfection will
happen all by itself”. Se ciò
accadesse a Torino non ci sono dubbi che sarebbe
oro. Se non altro la Cohen potrebbe vantare
di aver avuto i migliori allenatori di
tutti i tempi: John Nicks (allenatore
dei campioni del mondo 1979 specialità
coppie Tai Babilonia e Randy Gardner e che allenò
per un breve periodo anche la leggendaria Peggy
Fleming), Tatiana Tarasova e
Robin Wagner. |
Ai
mondiali del 2003 Sasha atterra la sua prima combinazione
triplo/triplo (triplo lutz/triplo toeloop), nel
2002 al Crest Whitestrips Challenge aveva fatto
un triplo toeloop/Loop/triplo salchow, ma ad
inizio carriera era capace anche del quadruplo
Salchow, su cui iniziò a lavorare
all’età di 16 anni, atterrò il primo
quadruplo salchow in competizione allo Skate
America del 2001. Pertanto tecnicamente
è capace di grandi cose (combinazioni triplo
lutz/triplo toeloop, triplo toeloop/triplo toeloop
e triplo loop/triplo loop) come e meglio delle
sue dirette rivali, tuttavia la sua statura non
giova alla spettacolarità dei suoi salti.
Sasha considera la prestazione ai nazionali USA
2002 come una delle sue migliori performance.
Anche se il pubblico Europeo non ha potuto godere
della “perfezione” targata Cohen numerose sono
state le sue performances perfette:
Campbell’s Classic 2003 (SWAN
LAKE), dove la Cohen concesse solo l’argento alla
Kwan, ma alcuni considerano il Marshall
‘s World Figure Skating Challenge 2004 come la
migliore prestazione di tutti i tempi.
HANNO
DETTO DI LEI: “My sense was that when
i’ve watched her in the past, she looked like
a beautiful porcelain ballerina on one of those
music boxes encased in glass. I need to break
the glass and let emotions start to come out”.
– Robin Wagner –
DICE
DI LEI: “I would like to win but mostly
keep being there for myself, to get a little more
confidence and trust in myself. I’ve got lots
of goals.” – Sasha Cohen -
E’ curiosissima, meticolosa, alla perenne
ricerca dei processi che possono condurre alla
perfezione: “When i want to know something,
i ask. I need to know; it’s very important in
the learning process. It’s very important to understand
the process of technique and the process of artistry,
where it comes from and why i make it”. – Sasha
Cohen -
Ad
un atleta tanto perfezionista e tenace non si
potrebbe che augurare la perfezione in quel di
Torino.
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