11 ottobre 2005 - Deluso da un debutto
non particolarmente felice (la prima
gara nazionale a Samara dove si è
confrontato con il diretto avversario per
la qualificazione olimpica Andrei
Griazev, n.d.r.) Ilia Klimkin
(nella foto) sta ancora combattendo con una
forma fisica a dir poco preoccupante.
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"Solo
due settimane fa non riuscivo praticamente a saltare
- ha dichiarato il russo -
ora sono riuscito a fare un buono short, con
una combinazione triplo-triplo, ma purtroppo non
avevo sufficienti energie per il libero. Meno male
che gli spalti erano praticamente vuoti!"
Reduce
da un'operazione al tendine d'achille
(operazione avvenuto lo scorso 16 novmbre), Klimkin
sta affrontando tutte le difficoltà della
riabilitazione.
"Il
problema al tendine deriva da un allenamento
esagerato. Dopo il bronzo europeo e prima
di Dortmund provavo già dolore, ma il mio
allenatore ha continuato a farmi pressioni. Il risultato
è stato che in Germania sono praticamente
svenuto dal dolore al piede. Poi c'è stata
l'operazione. Non ho pattinato per sei mesi. Sto
ancora seguendo la riabilitazione. Al mattino
mi alleno, poi vado in ospedale
dal fisioterapista per due ore e quindi torno ad
allenarmi. Ho dovuto imparare da zero tutti
i salti. Tutto quello che avevo assimilato
in 20 anni è stato tagliato via con il bisturi.
Devo ritrovare la coordinazione. Ci sono salti che
mi creano molta difficoltà, come l'Axel e
il Loop".
Un periodo
difficile in cui la Federazione Russa sembra
avere eufemisticamente latitato.
"Hanno
pagato la mia operazione e li ringrazio per non
aver sospeto il mio stipendio di atelta della nazionale
(circa 500 dollari al mese). Ma
durante il periodo di riabilitazione non si è
fatto vivo nessuno. Nemmeno il dottore del team
russo. Ho affrontato tutto da solo. Ma non sono
in collera con loro. E' normale nello sport. Quando
sei ai vertici tutti ti girano attorno, quando perdi
smalto l'interesse diminuisce. A Samara
quasi nessuno mi riconosceva! Per me è stato
fondamentale il supporto della mia famiglia e dei
miei amici".
E in
conclusione Ilia si lascia andare a qualche
dettaglio sulla vita del pattinatore.
"La
Federazione Russa ci paga solo il nostro salario,
perchè conta sugli ingressi economici che
noi pattinatori guadagniamo con gli show. Sarà
per questo che Plushenko fa 90 esibizioni all'anno.
Io sono tra le 20 e le 40 e faccio molta
fatica ad andare avanti. Non posso permettermi
un appartamento. Prima ci sono da pagare allenatori
e coreografi, poi i vestiti e i pattini. Quindi
a fine stagione, vengono considerati i tuoi risultati
e viene deciso se darti qualche premo aggiuntivo
o meno. Meno male che ci sono le Olimpiadi! Gli
aiuti sono maggiori. Altrimenti in questo sport
sopravviverebbero solo i campioni del mondo".
Davvero
un'amara, ma estremamente realistica descrizione
della vita di un pattinatore. Così lontana
dall'idea di "eleganza e paillettes" che
ci regala la pista.