Tempi
duri per Christopher Bowman (nella
foto a lato), fermato dalla polizia
qualche settimana fa mentre guidava
in stato di ubriachezza. Ad aggravare
la posizione dell'ex pattinatore americano
la presenza in macchina di una pistola e una
bella denuncia per
aggressione da parte di un'amica
e socia in affari, April Freeman
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Comparso davanti
al giudice Nancy Tolwin Carniak del distretto di
Rochester Hills (Michighan), Christopher, su consiglio
del suo avvocato Michael Komoron, non ha contestato
le accuse.
Una posizione che,
pur non essendo propriamente un'ammissione di colpevolezza,
ai fini del processo comporta uno standard di procedura
assimilabile. L'unica nota positiva per Bowman viene
proprio dall'amica April che ritira le accuse
adducendo a giustificazione uno stato mentale
alterato al momento dell'arresto.
"Ha chiaramente
cambiato le carte in tavola - commenta infastidito
il procuratore Jim Halushka - rifiutandosi di
cooperare con noi. A questo punto il reato di aggressione,
senza la sua testimonianza, non sta più in
piedi".
Rimangono dunque
le accuse di guida in stato di ubriachezza, assunzione
di stupefacenti e possesso illegale di un'arma.
Il processo è previsto per il 17 gennaio
2005. Christopher, che nel frattempo ha
dichiarato di soffrire di un disturbo bipolare,
per cui sarebbe attualmente in cura, rischia, da
qui all'emissione della sentenza, di passare 93
giorni in carcere.
Bowman, campione
americano nel 1989 e 1992, settimo alle olimpiadi
di Calgary 1988, quarto ad Albertville '92, argento
ai mondiali 1989 e bronzo nel 1990, noto come "Bowman
the Showman" per le sue straordinarie
doti di trascinatore, non è certo il primo
pattinatore di talento a finire nei guai. Molti
ricorderanno l'affaire Tonya Harding,
accusata di aggressione e minacce nei confronti
della collega Nancy Kerrigan (correva l'anno 1994),
gli anni "maledetti" di Oksana Baiul e
il recente arresto, proprio per guida in stato di
ubriachezza, di Alexei Yagudin.
n.g.