21 novembre 2005 - Il Trofeo Eric
Bompard, quarta delle sei tappe del Grand
Prix Isu di pattinaggio di figura della stagione
2005-2006 (17/20 novembre), si inserisce perfettamente
nella strategia della comunicazione
del suo title-sponsor. |
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Mi riferisco
al primo “cachemirier” (distributore
di articoli di abbigliamento in cachemire) di Francia.
Bisogna
abituarsi. Il Trofeo Lalique non c’è più.
Dal 2004 il principale evento di pattinaggio
di figura in Francia porta il nome di “Trofeo Eric
Bompard”. Dopo cinque anni trascorsi come co-sponsor,
la società di Eric Bompard ha preso il posto
della celebre azienda.
“Siamo
rimasti affascinati dal pattinaggio” spiega
Eric Bompard, presidente del primo “cachemirier”
di Francia. “Il nostro impegno sconfina nella
volontà di sostenere il pattinaggio francese
mantenendo un evento internazionale in Francia”
continua Eric Bompard. Nello stesso
tempo l’investimento di 1milione di euro
assicura al marchio una notorietà nella strategia
di marketing a livello francese ed internazionale,
a maggiore ragione considerato che l’azienda è
sponsor esclusivo.
L’azienda
distribuisce oggi più di 300.000 capi all’anno
realizzando un fatturato di 40milioni di
euro. Il prodotto commercializzato dalla
società, il cachemire, non è poi così
estraneo dall’universo del ghiaccio come a prima
vista si potrebbe immaginare, sintetizza Agnès
Calef, responsabile della comunicazione dell’azienda:
“Il freddo del ghiaccio si sposa alla perfezione
con il calore del cachemire”. Le boutique Eric
Bombard sono 23 in Francia, 2 in Germania, 1 in
Hong Kong e 4 in Cina.
La pianificazione
del Trofeo Eric Bompard rientra nel piano
di marketing generale della società,
che investe in pubblicità il 10% del fatturato
fra riviste femminili e manifesti murali da settembre
a dicembre. La diffusione su France Télévision
dell’evento rappresenta il coronamento
dell’azione di marketing della ditta. La presenza
poi di pattinatori cinesi, nazione emergente nel
pattinaggio, offre ad Eric Bompard una esposizione
internazionale.
Tratto
da “La lettre du Sport”
Vendredi
18 novembre 2005
a
cura di carlo guglielminotti bianco