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» Mosca 2005: e dopo il Café de Colombia ecco il cappuccino MacCoffee da Singapore

21 marzo 2005 - Gli amanti del pattinaggio di figura che non si perdono un evento internazionale ricordano senza dubbio il viso del bevitore cholo del logo di Café de Colombia, brand del tipico prodotto sudamericano che per diversi anni a cavallo tra gli Ottanta ed i Novanta si legò al mondo dell’ice figure skating. In Mosca nel corso dei Campionati Mondiali 2005 scendono in pista gli aromi delle bevande istantanee MacCoffee con la sua gamma: dal cappuccino al tea, dalla cioccolata ai cereali.

 

La presenza nella capitale moscovita non è un caso: i prodotti del marchio MacCoffee (nella foto), detenuto dall’azienda domiciliata in Singapore Future Enterprises Pte Ltd, sono conosciuti in Russia ed in generale in numerosi Paesi dell’ex-Unione Sovietica, in particolare in Ucraina, dove l’azienda si è legata alle gare di rally ed al calcio.

Restando sempre nel settore delle bevande ecco Efes-Pilsener, la birra dell’Est Europa che accompagna le competizioni internazionali soprattutto quando il pattinaggio di figura sbarca oltre l’ex-muro di Berlino. Caffè e birra non sono il massimo per un atleta; anche per i pattinatori amatoriali meglio l’acqua. Ai tempi di Café de Colombia compariva sulla balaustra quella delle Alpi transalpine, Evian; da un po’ di tempo nel settore si punta forse più a quel pubblico seduto comodamente in poltrona allo stadio o di fronte alla televisione amante del bere raffinato con i vini prestigiosi francesi di Cellier de Dauphins.

Ormai immancabili i marchi della cosmesi, abbinamento ideale con il pattinaggio artistico; due grandi firme sulla balaustra di Mosca 2005: Olay, partner della squadra Usa, e Guinot, brand francese presente da tempo nel circuito, strizzano l’occhio alla nuova donna russa. Assenti i brand dell’ auto, la tecnologia si vede rappresentata da due gruppi leader nei loro campi: Canon, da più di 60 anni protagonista nel comparto delle macchine di ufficio ed ora anche nei servizi multimediali, e Citizen, il colosso giapponese che con i suoi orologi scandisce il tempo dal 1924, quando l’Istituto di ricerca Shokasha produsse il primo orologio esclusivo da tasca, che il sindaco di Tokyo volle battezzare “citizen” (cittadino) nella speranza che un giorno fosse appetibile per tutte le tasche.

E chiudiamo come abbiamo aperto, con un debutto sulla pista moscovita: si tratta di Hexal, un gruppo tedesco che opera a livello mondiale in 98 Paesi nel settore farmaceutico, presente anche in Italia con la filiale di Agrate Brianza. In generale quindi possiamo dire un marketing proiettato su beni piuttosto che servizi (assenti istituti finanziari, banche, assicurazioni), su beni di consumo sia di massa che di élite piuttosto che beni durevoli (assenza del comparto veicoli), il tutto forse in linea con il giovane consumismo in evoluzione della società russa.

carlo guglielminotti bianco

 
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