29
marzo 2005 - Losanna, non c’è
più futuro nella ISU
in qualità di funzionario o di giudice
internazionale per Ronald Pfenning
e Jon Jackson (USA), Sally
Anne Stapleford (GBR), Britta
Lindgren (SVE), Judith
Furst-Tombor (UNG) e Jan
Garden (CAN), promotori
della World Skating Federation (WFS) contro
gli interessi della Isu.
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La decisione, ratificata
dal Consiglio della Isu che si è concluso
in Mosca lunedì 21 Marzo scorso, è
stata resa ufficiale nella giornata di giovedì
24 Marzo in Losanna. Il portavoce della Isu, Roland
Jack, ha precisato che la decisione riguarda incarichi
ufficiali a livello internazionale (Isu).
L’idea
di una nuova federazione in grado di risollevare
le sorti del pattinaggio di figura dopo
lo scandalo di Salt Lake City nel 2002,
fu concepita proprio durante quelle Olimpiadi dal
referee Isu Ronald Pfenning insieme con
un il giudice della federghiaccio americana Jon
Jackson.
Il 25 marzo
2003 in Washington, nel corso di una conferenza
stampa, Ronald Pfenning annunciò
la fondazione della WSF, organizzazione
internazionale no-profit con sede nello Stato del
Nevada, a cura di un gruppo di atleti, allenatori,
dirigenti federali e giudici. La costituzione dell’ente
fu notificata al Presidente del Cio, Jacques Rogge,
affinché lo stesso lo riconoscesse quale
organismo rappresentativo del pattinaggio di figura
internazionale in via esclusiva in luogo della Isu,
considerato che la federazione con sede in Svizzera
stessa annovera anche il pattinaggio di velocità.Fra
le altre istanze: più peso decisionale degli
atleti e più equilibrio geografico nella
composizione delle giurie internazionali.
La risposta
da Losanna non pervenne, ma il progetto
soprattutto negli Usa continuò nel corso
del 2003 nel tentativo di coinvolgere quanto più
possibile il movimento americano dell’ice
figure skating (ex-pattinatori, tv, sponsor, organizzatori
di eventi, la federazione …). La ISU, dopo
una prima fase di attesa, non sottovalutò
i fatti e passò alle contromosse, minacciando
l’applicazione dei regolamenti (radiazione)
per tutti coloro che nelle rispettive funzioni partecipassero
ad eventi sotto l’egida della WSF. Il contenzioso
a fine 2003 (9 Dicembre) finì di fronte al
Giudice John E. Sprizzo della Corte distrettuale
sud di New York. Attore la WSF
e citato la ISU; l’accusa: comportamento
monopolistico sul suolo americano della “corporation”
di Davos: in poche parole la ISU impedisce virtualmente
ad altre organizzazioni di organizzare competizioni
internazionali di pattinaggio poiché, imponendo
agli atleti tesserati per le sue federazioni riconosciute
di non partecipare ad altre competizioni internazionali,
indirettamente la ISU direziona a suo favore il
mercato degli sponsor e dei network tv nello Stato
americano. Da parte sua la ISU resiste all’azione
invocando l’archiviazione dell’accusa
di fronte alla Corte non competente territorialmente
a risolvere la materia.
Il 9 Agosto
del 2004 si svolge il confronto: la legislazione
anti-trust americana inquadra le corporation, ma
la ISU dimostra che il suo stato giuridico è
quello non di una società, ma di una associazione
no-profit di diritto svizzero, e ribadisce la estraneità
del giudice di New York nel giudicare fatti non
accaduti nel distretto come la supposta sanzione
inflitta all’organizzazione dell’evento
Campbell’s International Figure Skating
Classic. Il Giudice Sprizzo incalza WSF
a provare le accuse, ma nei successivi mesi né
la documentazione sul caso Campbell’s, né
la lista degli sponsor americani “diffidati”
dalla ISU saltano fuori.
Il 7 Febbraio
scorso la sentenza: l’accusa viene rigettata,
il caso archiviato e non meritevole di essere trasferito
ad altre Corti nell’interesse della giustizia.
Per la WSF un duro colpo. Sul sito
dell’organizzazione Ronald Pfenning,
che intanto si era candidato alla presidenza della
Federghiaccio americana, getta la spugna, non prima
di aver ringraziato chi ha creduto nel progetto
WSF, ed auspicando che il suo spirito informatore
rimanga intatto per il futuro dello sport del pattinaggio
di figura. Giovedì scorso la seconda sentenza
negativa da Losanna, per certi versi ancora più
dura di quella del Giudice Sprizzo.
carlo
guglieminotti bianco