1
febbraio 2005 - Quale sarebbe la
classifica se ai prossimi Campionati Mondiali
i primi ballerini dei Teatri più famosi
del mondo sedessero alle postazioni dei giudici?
Cosa andrebbero ad analizzare tali persone,
assolutamente profane di tecnica di pattinaggio?
Come giudicherebbero i maestri d’arte,
di interpretazione, di recitazione, tali esperti
di perfezione, la qualità dei movimenti?
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Certo, di sicuro
rabbrividirebbero nel vedere atleti esultare in
gara dopo un salto ben riuscito.
Sarebbe come
vedere la sublime Carla Fracci esultare perché
durante un balletto le riescono ventiquattro “fouettè”
di seguito.
Ma in fondo è proprio questa la sottile differenza:
una gara non è uno spettacolo.
Ma allora perché lo chiamiamo pattinaggio
artistico? Diciamo pure che è assai
difficile unire tecnica, quindi razionalità,
all’arte, quindi recitazione, interpretazione.
Ma al di fuori del pattinaggio quanti artisti, sia
nella danza che nella musica, come per esempio eccelsi
pianisti, sono stati in grado di unire al loro genio
tecnico quel modo di eseguire che non si insegna
e non si impara, è ciò che ci suggerisce
l’anima e l’amore di esternare ciò
che più ci appassiona con personalità
e sentimento?
Infatti: sentimento.
E’ tutto qui, le emozioni che l’attore,
il ballerino, il pianista percepiscono si distaccano
dal corpo e raggiungono i cuori degli spettatori
riversandosi in loro, ed ecco che a quel punto compiono
il miracolo, gli occhi si inumidiscono e i brividi
ti invadono, ti sembra di volare e musica e artista
si fondono insieme. Tutto questo è arte.
E’ l’arte di cantare, di ballare, di
suonare, di dipingere, di recitare e, perché
no, di pattinare.
Abbiamo sottoposto alcuni video ad un esperta
di danza classica, ex ballerina (classica
e contemporanea), laureata presso l’Accademia
di Danza di Roma e oggi insegnate. Assolutamente
estranea alle tecniche del pattinaggio artistico
la Dott.ssa Laura Iacoangeli è
stata così gentile da volerci dare un parere
sulla qualità dei movimenti coreografici
e sull’interpretazione delle tre atlete salite
sul podio durante gli ultimi Mondiali a Dortmund.
Partiamo
dalla Campionessa Mondiale in carica Shizuka
Arakawa, e subito, a pochi secondi dall’inizio
del suo programma lungo, Laura esordisce giudicando
i movimenti delle braccia, quelli che in un aula
di danza vengono chiamati “port de bras”.
Secondo la dottoressa Iacoangeli non sono uniti
tra loro armoniosamente, i gesti insomma sono selezionati,
ben distinti tra loro, quasi telecomandati dalla
parte razionale che le suggerisce: ora devi fare
così, ora invece colà; scarsamente
coinvolgente e assai rigida nell’espressione
corporea, al punto che non sembra mai respirare,
un’interpretazione non eccezionale, sicuramente
di maniera, insomma un programma tecnicamente
perfetto, intensamente pulito al punto che sembra
eseguito da un replicante. Certo, sostiene
alla fine del programma, non merita il primo posto,
e avvalora ancor più la tesi non appena inizia
a pattinare Sasha Cohen. Atleta
che al contrario, commenta entusiasta,
pattina con leggerezza e briosità, i suoi
movimenti sono vivaci, armoniosi, espressivi.
Molto belle ed eleganti le linee, eccelsa nell’elasticità
dei movimenti, soprattutto durante la sequenza dei
passi che esegue velocemente rimanendo morbida nella
parte superiore del busto. Insomma non le manca
proprio nulla, "ma perché diavolo
l’hanno messa al secondo posto, mi chiede"…
(n.d.r.).
Ed è la volta di Michelle Kwan,
che si posiziona sul ghiaccio manifestando una grinta
considerevole dopo aver subito, ve lo ricorderete
sicuramente, l’invasione del cavallo pazzo
di turno. Invasione di pista che sicuramente non
sembra aver condizionato l'americana. E’ complessivamente
molto bella, sostiene, dà
senso di forza e potenza avendo al tempo stesso
belle linee, ma sembra che non
senta le mani, a volte sono lasciate da
sole, le spalle sono ben sostenute e studiate ma
le mani forse un po’ lasciate andare
a caso. Continua, prendendo in considerazione
i passaggi delle posizioni delle braccia, i famosi
port de bras di cui sopra, e afferma, le posizioni
definitive sono ben tenute ma i passaggi che poi
portano a tali posizioni sono strattonati. Danza
con tutta la forza sulle spalle. Riguardo all’interpretazione,
è soddisfacente e anche assai trasportante,
in fondo, continua, la morbidezza delle posizioni
del suo corpo si trasmettono dal viso e ciò
conseguentemente trasporta emotivamente chi né
viene catturato.
Alla
fine il lavoro per lei sembra terminato, ma non
riesco a trattenermi nel chiederle di dare un’occhiata
alla nostra Carolina, e si dispiace
nel vedere movimenti precari, non
controllati sembra anche che non siano studiati,
le braccia non sono curate le mani troppo
dure, "i suoi movimenti poco morbidi"
conclude "insomma noi italiani abbiamo
una discreta tradizione nella danza, ma sembra non
corrispondere nella preparazione dei nostri atleti.
Se manca la morbidezza nei movimenti del corpo non
possiamo stupirci se dal viso non si trasmette nulla,
è questo in fondo il semplice segreto del
trasporto emotivo".
Un saluto comunque a Carolina e un grossissimo in
bocca a lupo per i prossimi Campionati Mondialii
francesca
bolignari.