Domanda:
un'altra ragazza cui devi molto è Oksana
Baiul...
Weir: oh sì. Lei mi ha spinto a
dare tutto per questo sport. Erano le Olimpiadi
del 1994 e lei era splendida. Ricordo ancora quanto
lavoro in ogni suo movimento, quanta passione e
grazia in ogni dettaglio. Non abbiamo un passato
simile, però la sua storia (Oksana Baiul
ha perso il padre a soli 2 anni e la madre a 13,
n.d.r.) mi ha dato forza. Io vivevo in un paese
sperduto, dove nessuno sapeva nulla di pattinaggio.
Quando l'ho incontrata al Chanpions On Ice a Long
Island ho provato un'emozione fortissima. Lei è
stata molto gentile, mi ha perfino fatto i complimenti
per come pattino.
Domanda:
ora parliamo di un'altra grande. Come ti trovi a
lavorare con Tatiana Tarasova?
Weir:
lei è fantastica. Ogni giorno è là
fuori, e combatte per noi. Ha dovuto abbandonare
le gare per un infortunio alla spalla. Ancora oggi
non riesce a stendere completamente il suo braccio.
Ma non le importa. Lei è qui per noi, ci
trasmette la sua passione, il suo amore per questo
sport. E' capace di vedere in noi la scintilla,
e da quella scintilla crea la vera magia.
Mi
ricordo la prima volta che ho pattinato con lei.
Ero davvero frustrato. Con me in pista c'erano Andrei
Griazev e Sasha Cohen, ed erano fantastici.
E poi c'ero io, in una classica giornata no. Tatiana
mi ha chiamato a bordo pista e mi ha detto "Johnny,
guarda le tue trottole. Nessuno al mondo fa delle
trottole migliori!". Io non ero d'accordo
e lei mi ha risposto "No, tu sei il migliore,
non dimenticarlo mai". Era uno dei miei
giorni peggiori, e lei mi ha guardato negli occhi
dicendomi che ero il migliore.
La stessa cosa è capitata a Dortmund
durante i mondiali dell'anno scorso. In l'allenamento
ho avuto qualche problema e lei, semplicemnte, mi
ha detto "Guarda nella tua anima, nel tuo
cuore, prendi in mano la tua vita. Devi fare solo
quello". Così quando ho eseguito
il movimento correttamente lei ha iniziato a saltare
e a battere le mani. E' incredibile come, nonstante
tutti i campioni che allena, Tatiana riesca a farti
sentire unico e speciale. Lei ama i suoi pattinatori
come fossero suoi figli.
Domanda:
ma, tra tutti i suoi pupulli, ci sarà pure
un favorito, o no?
Weir: Alexei (Yagudin). Lui ha
davvero un posto speciale nel cuore di Tatiana.
Lo considera veramente un figlio, come se lo avesse
partorito. Non puoi nemmeno immaginare quanto sia
orgogliosa di lui, di tutto quello che fa. Ne hanno
passate tante e hanno raggiunto obiettivo così
grandi insieme.
Domanda:
cambiando argomento, cosa ne pensi dei commenti
dei giornalisti sulle tue prestazioni?
Weir: non ci bado molto. Leggo
poco gli articoli e soprattutto non frequento forum
e chat su internet. Se qualcuno ha da dire qualcosa
su di me faccia pure. Io lavoro sodo e questo mi
basta. Non mi tocca chi mi
critica, ci sono abituato. Questo è uno sport
molto competitivo, fin da quando sei piccolo c'è
gente che sembra voler ucciderti con lo sguardo.
Sai come reagisco in certi casi? Dico, bene, allora
mettiti i pattini, vieni in pista e fammi vedere
quello che sai fare!
Domanda:
una critica che spesso ti viene mossa è di
essere un po' freddo nei confronti del pubblico.
Prendiamo Plushenko, per esempio, che ti piacciano
o meno i suoi programmi, non si può negare
la grande presa che ha Evgeny sulla gente
Weir: dicono che non ho feeling
con il pubblico? Allora provino loro a saltare,
fare le trottole, interpretare la musica e avere
feeling con la gente. Io pattino per me stesso,
per i miei allenatori e per mia madre. Ma soprattutto
per me stesso. Magari non sarà facile da
capire, in definitiva è grazie anche a tutti
quelli che guardano questo sport che io posso fare
questo lavoro. Però è così,
io pattino perchè amo farlo, per nessun altro
motivo.
Plushenko è più showman, io sono più
introspettivo. Racconto di me e delle mie emozioni
solo attraverso il movimento e la musica. Questo
è tutto.
Domanda:
tu non hai ancora atterrato un quadruplo in competizione,
ma questo non ti ha impedito di vincere due gare
Grand Prix e di arrivare secondo in una terza. Credi
che il nuovo sistema di giudizio ti abbia dato una
mano?
Weir: certo che sì! Ho battuto
ragazzi che facevano anche più di un quadruplo.
E' fantastico. Peccato che ai campionati americani
si ritorni al sistema 6.0. In ogni caso non cambierò
per questo il mio pattinaggio.
Domanda:
e ora la domanda da dieci milioni di dollari...
a quando un quadruplo?
Weir: in allenamento ho atterrato
sia il quadruplo Toeloop che il quadruplo Salchow.
Visto il mio infortunio e i tempi brevi non credo
che li rischierò ai nazionali, ma credo che
per vincere i mondiali dovrò tentare. So
che ce la posso fare... ho un sacco di video in
cui mi si vede atterrare un quadruplo!
Domanda:
un'ultima cosa. Diversamente da molti altri pattinatori
non sembri ossessionato dalla vittoria, soprattutto
non dalle prossime Olimpiadi. Prendi Plushenko,
per esempio, è un gran ragazzo, ma credo
che se mancasse l'oro olimpico anche l'anno prossimo
si sparerebbe!
Weir: è vero, non sono ossessionato
dal vincere a tutti i costi. Forse proprio perchè,
come ti dicevo prima, io pattino solo perchè
amo farlo. Per quello che riguarda Evgeny, ti dirò,
non credo che se perdesse a Torino si sparerebbe,
ma solo perchè Mishin gli sparerebbe prima!!!!!!!!!