2
aprile 2005 - Stagione praticamente
finita. Tempo di bilanci, non solo per atleti
e allenatori, ma anche per sponsor e tv.
In particolare a fare i conti sembra essere
l'emittente americana ESPN,
fresca acquirente (dopo anni di regno ABC)
dei diritti televisivi relativi al pattinaggio
di figura. Diamo
un'occhiata allo share.
Percentuali bassisime,
dallo 0.78 al 1.24 (l'ultimo dato si riferisce
alla gara femminile, sempre molto attesa
dagli appassionati d'oltreoceano).
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Numeri
tanto bassi che, come ha sottolineato con una battuta
Michael Hiestand su USA Today, potrebbero essere
il risultato di accidentali zampettate dei cuccioli
di casa sui tasti del telecomando. Ma, scherzi a
parte, se si confrontano le percentuali con quelle
ottenute dalla ABC gli scorsi anni, c'è davvero
da farsi venire i capelli bianchi.
Prendiamo
il libero femminile, come già detto tra i
momenti più attesi dal pubblico americano.
Nel 2003 l'ABC aveva totalizzato uno share
del 5.2%, per il 2004 si era toccato
il 5.4. Insomma il misero 1.24 di quest'anno
rappresenta un crollo totale. Crollo ancora più
catastrofico se andiamo a pescare i dati di alcuni
Paesi esteri (l'Italia le televisioni
satellitari e il digitale terrestre, unici canali
a trasmettere pattianggio, variano, in generale,
tra il 3.40 e l'8.50, praticamente improponibile
un confronto). In Giappone la finale donne
ha registrato uno share del 18%, in Canada
la CBC ha guadagnato il 17% in più rispetto
allo scorso anno.
E allora sorge il problema. E' il pattinaggio che
in America non tira più o è la ESPN
ad aver affrontato la sfida con un approccio sbagliato?
Dopo
lo scandalo Kerrigan/Harding del
1994 l'interesse per il pattinaggio di figura era
salito alle stelle, tanto che l'ABC
durante l'ultimo quinquennio ha sborsato ben ventidue
milioni di dollari e mezzo all'anno all'ISU
per i diritti delle competizioni internazionali.
Scaduto il contratto, la subentrante (e unica offerente)
ESPN se l'è cavata con un
"misero" contributo di 5 milioni
di dollari annui. E questi dati farebbero
pensare a un effettivo calo di interesse nei confronti
della disciplina.
Poi
c'è la questione satellite. Secondo l'opinionista
Eddie Einhorn "questo è quello che
succedde quando passi da una rete nazionale alla
tv via cavo. Questo è stato il primo grande
evento non trasmesso dalla tv nazionale, probabilmente
molti nemmeno sapevano che l'ESPN aveva acquistato
i diritti".
E
poi c'è la spinosa situazione tra
l'ISU e Dick Button, grande
campione (5 volte campione del mondo 1948-52 e due
volte oro olimpico nel '48 e nel '52) e storico
commentatore americano. Si vocifera, e nemmeno troppo
sottovoce, che Button non vada giù a Ottavio
Cinquanta. Molti tra gli addetti ai lavori
sostengono che tra le clauosole del contratto ESPN-ISU
ce ne fosse proprio una che mirasse all'esclusione
di Button. "Non ho idea di quali siano
gli accordi tra l'ISU e la ESPN - ha
commentato proprio Button - non è
certo il primo party a cui non sono stato invitato...".
Incalzato sull'argomento da un giornalista del Chicago
Tribune Ottavio Cinquanta, proprio
durante le gare moscovite, ha risposto,
visibilmente irritato, "non ho
mai parlato di questa esclusione, come la chiamate
voi. Ed escludo categoricamente che l'ISU possa
avere imposto tali condizioni".
Affrontando
la grana Button si entra, forse, nel fulcro centrale
del problema. Non tanto la tramissione dell'evento,
ma la qualità del servizio.
Nonostante l'ingente dispiegamento di forze, commentatori,
ospiti, almeno una quindicina di operatori e Paul
Wylie come intervistatore, sembra che in
casa ESPN si siano avuti problemi tecnici di vario
tipo. Dalla mancanza del numero necessario di telecamere,
alla diffusione delle immagini, in diretta,
via web, da parte delle emittenti russe.
Diffusione non limitata ai confini del Paese, come
di solito accade proprio per questioni di diritti
televisivi, ma accessibile da tutto il mondo. E
se posso vedere la gara gratis, chi me lo fa fare
di pagare il canone a una tv via cavo???
Tirando
le fila, e guardando alla stagione prossima, le
correzioni di rotta da fare sono molte. La prima
potrebbe essere il ritorno alla voce di Button,
la seconda, come l'addetto stampa ISU Jack
Rowland ha giurato e spergiurato, è
garantire un effettivo controllo su eventuali dirette
via web. "Vogliamo reagalre al pattinaggio
una nuova erà dell'oro", promette
Pat Lowery, direttore di produzione
ESPN.
Buoni
propositi, certo, ma i dubbi riprendono ad affollare
le nostre menti quando leggiamo che lo stesso Lowery
punta tutto sui mondiali di Calgary dell'anno prossimo.
Ora, d'accordo che siamo in Canada e che quindi,
non essendoci problemi di fuso, le dirette saranno
di certo più efficaci, ma il problema sta
nel fatto che, e pure i sassi lo sanno, dopo un'Olimpiade
i campionati mondiali sono spesso disertati dai
grandi nomi.
In
conclusione, diretta o no, Russia o Canada, per
la ESPN si prospetta un'annata dura e, per riprendere
la battuta di Hiestand, non resta che sperare davvero
nelle zampette dei fido americani!
n.g.